Quando a noi ragazzi vengono raccontati i grandi avvenimenti della guerra siamo inconsapevolmente portati a distaccarci dalla vera realtà e non riusciamo ad andare al di là del muro delle grandi date e azioni.In realtà intervistando una persona comune ho capito che la vera guerra è vissuta tutti i giorni dalla gente che prova a sopravvivere.Ho voluto raccontare l’esperienza di vita vissuta dalla gente comune durante la seconda guerra mondiale a Modigliana,paesino nella provincia di Forlì-Cesena,che nel 1944 fu bombardata e in parte lesionata.

Ho subito una sorta di comprensione empatica riflettendo su concetti a cui non ho mai pensato prima e riuscendo a comprendere i  problemi e le fatiche che mi venivano raccontate.La signora che ho intervistato si chiama Carlotta Guidi,ha 87 anni,nel 1944 era una giovane ragazza di 20anni.

A:Ci racconti la sua esperienza..

B:La mia vera esperienza l’ho vissuta nel 1944 quando abitavo nel mio paesino e le campagne di questo furono bombardate.Io e la mia famiglia eravamo in “balia delle onde” perché da un lato passava il fronte alleato e dall’altro il fronte nemico.In alcuni momenti passavano tedeschi e avevamo paura,quindi ci chiudevamo in casa e non avevamo più il coraggio di uscire per tutta la giornata.

A:Che cosa sarebbe successo se avessero scoperto che vi nascondevate da loro?

B:Per fortuna non è mai successo,ma se fosse successo avrebbero fucilato tutti i membri della casa.Se però chiedevano di essere ospitati bisognava farlo e dar loro da mangiare.

A:Ha mai dovuto assistere a dei rastrellamenti o a delle fucilazioni?

B:No,ma ho visto molti morti e persone straziate dalle bombe sganciate nelle case.In quei momenti avevo davvero paura che succedesse a me o a qualcuno dei miei familiari:ho quattro fratelli tutti più piccoli di me.Ero la sorella maggiore,dovevo proteggerli e dimostrare loro che non avevo paura;in realtà dentro di me sentivo di non riuscire a svolgere questo ruolo,in quanto ero terrorizzata.

A:Qualcuno dei suoi familiari è andato in guerra o è morto?

B:No,siamo stati,da questo punto di vista,una famiglia fortunata.

A:Come passavate la giornata?

B:Spesso io e la mia famiglia cambiavamo casa per nasconderci,a seconda di dove passava il fronte nemico.Avevamo fame e gli unici momenti in cui uscivamo di casa era proprio per cercare da mangiare.Non trovavamo molte cose,ma per noi era già abbastanza.

A:Si ricorda un momento in cui ha avuto particolarmente paura?

B:Certo,mi porterò sempre dietro quegli attimi di terrore.Ero uscita con mio fratello per raccogliere delle castagne,ad un tratto un aereo passò sopra di noi e sganciò una bomba che esplose vicinissima a noi.Riusciì a nascondermi con mio fratello nel tronco scavato dell’albero più vicino e restammo lì per un po’di tempo con la paura di essere scoperti e col suono dell’esplosione ancora nelle orecchie.Poi riuscimmo a tornare a casa.

A:Cosa pensa ogni volta che in televisione sente parlare di nuove guerre?

B:Penso che solo le persone che ne hanno vissuta una possano davvero capire cosa voglia dire aver paura,nascondersi,non fidarsi delle persone,e  non riuscire a trovare da mangiare.E’ molto difficile descrivere ad altri quello che noi persone comuni abbiamo provato,perché chi non ha vissuto la guerra potrebbe non capire davvero bene tutto questo.

Queste poche domande poste a Carlotta hanno dimostrato quanto la guerra rimanga sempre una ferita aperta nelle persone che l’hanno vissuta.Una paura difficile da descrivere ma allo stesso tempo significativa e sempre attuale,anche se lontana nel tempo.